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“ORIGAMI”

 

Le interviste di CdA agli ospiti di  

“Villa Margherita di Savoia”

 

a cura di Emma L. e Giorgio P.

A proposito di...

Mirna Sabelli

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NOME: MIRNA

COGNOME: SABELLI

PROFESSIONE: ATTRICE

RESIDENZA: VILLA MARGHERITA DI SAVOIA

ULTIMA ATTIVITÀ:COPROTAGONISTA IN “PUNTASPILLI E ABITI DI CARTA”

Giorgio - «Benvenuti. Con questo primo incontro con la grande Mirna Sabelli, attrice apprezzata e amatissima dal pubblico, che ringraziamo per essere qui con noi, Incipit apre la breve serie di interviste, dedicate agli illustri ospiti di villa Savoia, raccolte in occasione dell’imminente uscita del libro “Puntaspilli e abiti di carta”.

Incontreremo, di volta in volta, tutti i principali protagonisti, per conoscerli meglio attraverso le loro parole.

Apriamo quindi “Origami” con Mirna Sabelli alla quale sono curioso e onorato di rivolgere la prima delle cinque domande cui ha concesso di rispondere.

Giorgio - «Signora Sabelli, Benvenuta… è un piacere averla con noi»

Mirna - «Ascolti, posso fumare vero? Mi è stato garantito che avrei potuto farlo…»

Giorgio - «Ah… certamente, ci mancherebbe»

Mirna - «Ne vuole…?»

Giorgio - «Grazie, gentilissima, ma… non mi tenti. Ho smesso…»

Mirna - «Ragazzo mio, morirà ugualmente lo sa vero? Siamo tutti molto fumo e poco arrosto… Allora, su su chieda, è qui per questo vero?»

Giorgio - «Certamente e la ringrazio per il tempo che ha voluto dedicarci…»

Mirna - «Ho così tanto tempo, mio caro... A proposito, una cortesia: tutti mi danno del voi, la turberebbe molto farlo anche lei? Grazie.

Giorgio - «È vero perdonatemi, ero a conoscenza di questa cosa. Lo farò con piacere. Dunque, Signora Sabelli, sappiamo che voi siete molto amata dal pubblico e che qui, a villa Savoia, siete l’artista più seguita dai fan. Abbiamo saputo di lettere e visite che ricevete di continuo… Come spiega tanto successo ancora oggi?»

Mirna - «Perché mai dovrei dare una spiegazione. Le persone mi amano e io amo loro, nonostante non sia stato sempre così facile. Sì, ricevo molte lettere, ah a proposito, non dia retta a quello che Bice dice: cosa crede che possa sapere una sarta sul mio conto… Non brucio nessuna lettera nel camino, di quelle che ricevo, tantomeno parlo da sola mentre lo faccio. Quella donna è adorabile, ma manca di spirito d’osservazione. Per quello che riguarda le visite, poi, non sono così tante come dicono. Sono poche le persone che vengono a trovarmi eccetto il mio piccolo Leonida che mi delizia della sua compagnia saltuariamente. Ho proprio bisogno di lui e lui di me: un amore disinteressato. Leo è un ragazzo adorabile… tutto casa e chiesa.»

Giorgio - «Sì, certamente, non lo mettiamo in dubbio, ne abbiamo sentito parlare. Passiamo ai viaggi; alcune indiscrezioni hanno lasciato intendere che, dopo uno dei suoi tanti viaggi, quello in India per l’esattezza, lei avrebbe scoperto di possedere capacità divinatorie. Cosa può dirci in proposito?

Mirna - «Le indiscrezioni non hanno mai detto il vero. Le persone quando non sanno inventano, e male per giunta, me lo lasci dire. L’India è un paese meraviglioso, pieno di sorprese, per chi abbia ancora voglia di lasciarsi sorprendere… Diciamo che amo sperimentare, non chiedo soldi e mi piace parlare con le persone, se queste tre cose ricordano ad alcuni l’arte divinatoria, questo non è un problema mio. Giovanotto, lei non crederà a queste cose, mi auguro…»

Giorgio - «Quindi non è vero che legge le carte o predice il futuro?»

Mirna - «Cosa è, con certezza, definibile vero, secondo lei? Le faccio notare che sta continuando a darmi del lei…»

Giorgio - «È vero, accidenti, mi perdoni! Cioè… perdonatemi.

Mirna - «Visto? Il vero è qualcosa di inconfutabile. Direi che non molte cose lo sono e non tutte le verità, specialmente se queste provengono da “pettegolezzi”. Gradisce un caffè d’orzo? Ha dei fondi rivelatori inimmaginabili…»

Giorgio - «Ma allora…»

Mirna - «Allora cosa? Ho solo espresso un mio parere. Non mi vorrà far credere che lei crede a tutto ciò che sente?»

Giorgio - «Mirna… posso chiamarla così?»

«Devi, caro… su su continua, sento che stai per dire qualcosa di impareggiabile sul mio conto.

Giorgio - «Ha ragione: lei è unica!»

Mirna - «Lo so caro, lo so… posso dire anch’io una cosa? Tu, sei la persona più dura di comprendonio che io abbia mai conosciuto. Ma sei una brava persona: hai le carte in regola, appunto.»

Giorgio - «Cosa ho detto per meritare questo giudizio?»

Mirna - «Vedi caro, non è per qualcosa che hai detto, diciamo piuttosto per ciò che non sei proprio riuscito a dire, cioè che mi adori ma questa storia del “voi” proprio non la digerisci. Tranquillo, non sei il solo. Ora perdonami ma ho un consulto… ehm, volevo dire un appuntamento.»

Giorgio - «Oh, certamente… ecco, non la tratteremo… ehm… vi tratteremo. Grazie per averci dedicato un po’ del vostro preziosissimo tempo. Ringraziamo e salutiamo Mirna Sabelli. Incontrarla è stato davvero un immenso piacere e un onore. Vi diamo appuntamento per la prossima intervista e…»

Mirna - «Grazie a voi e… dammi pure del tu, caro, siamo amici ora.»

Giorgio - «Ecco, appunto, signore, signori, questa era Mirna Sabelli! Alla prossima…

A proposito di...

Ernest Palmer

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NOME: ERNESTO

COGNOME: PALMIERI

PROFESSIONE: IMPRESARIO

RESIDENZA: VILLA MARGHERITA DI SAVOIA

ULTIMA ATTIVITÀ:COPROTAGONISTA IN “PUNTASPILLI E ABITI DI CARTA”

Emma- «Benvenuti a questo secondo appuntamento con “Origami”.

Le interviste, ai residenti di Villa Savoia e protagonisti del libro “Puntaspilli e abiti di carta” in uscita a marzo, proseguono grazie alla disponibilità dei nostri illustri ospiti. Oggi ringraziamo, per essere qui con noi, Ernest Palmer, impresario di fama internazionale, talent scout e grande professionista, nonché amico. Eccoci, grazie Ernesto per aver accettato di scambiare due chiacchiere con noi.»

Ernest- «Grazie a voi.»

Emma- «Abbiamo detto impresario, uomo di spettacolo, amico di molti, se non tutti, gli artisti più conosciuti, professionista perennemente in viaggio e costantemente impegnato in ogni parte del mondo, assediato dai fotografi e giornalisti… ma chi davvero è Ernest Palmer lontano dalle luci della ribalta?»

Ernest- «Beh, non potrei essere diverso da ciò che sono anche in penombra. Al buio, invece, gradirei mantenere l’illusione di poter essere uno qualunque. Il mio lavoro è la mia vita, e viceversa, difficile poterli scindere. Sarei un ingrato se non dicessi che la mia esistenza è la migliore che avrei potuto desiderare per me. Il mondo che occupo mi ha accoglie, di giorno in giorno, permettendomi di esprimermi attraverso l’arte. Mi piace sentirmi “intero”. Poliedrico sì, ma integro. Ernesto Palmieri è Ernesto Palmieri, o Palmer se preferite tanto non cambia molto. Rispondo al mio nome, al mio ruolo e a molti altri, quali quello di padre, di ex marito, di impresario e di anziano impenitente, ma la notte, già la notte, quando fa buio … io sento davvero di essere me stesso. Anche se questo foulard, che mi caratterizza e a cui non ho mai rinunciato, resta appeso su una gruccia piuttosto che essere indossato sul pigiama, ecco… io percepisco interamente ciò che da sempre sento di essere: semplicemente un uomo che non ha paura di dichiararsi fortunato e felice di vivere.»

Emma- «Il suo ruolo nel libro è piuttosto marginale, eppure si dice essere molto vicino alla realtà. Si definirebbe un uomo schivo come il suo personaggio, oppure l’autore ha rivisitato la realtà in modo eccessivo?»

Ernest- «Diciamo che non amo strafare e che a Villa Savoia di tentazioni non ce ne sono poi molte, per mettermi nei guai. Non è un segreto che io ami le donne, e che abbia un debole per loro… lo hanno imparato anche le mie tre ex mogli, purtroppo o per fortuna per me e per loro. La mia età mi impone un rigore che, forse, fino a qualche anno fa non possedevo ma che ritengo sia d’obbligo in questa location, anche in nome del mio ruolo: sia questo pubblico o privato.

In questa casa sono nate delle belle amicizie, altre si sono consolidate e, così, lascio che il mio temperamento “inquieto” si adatti all’andatura del mio passo attuale. Oggi cammino più lentamente ma… cammino ancora!»

Emma- «Vorrei precisare che il signor Palmer mi ha appena strizzato l’occhio. Lascio a voi la libera interpretazione delle sue parole, tenendo conto di quest’ultima informazione.»

Ernest- «Sin tanto che ci sarà strada, prego il buon Dio di garantirmi un buon paio di scarpe dalla tomaia comoda… camminerei anche scalzo, accidenti, ma non chiedetemi di correre come una volta…»

Emma- «Certamente, noi glielo auguriamo di cuore. Passiamo a un pettegolezzo che, come tale, la esime dall’obbligo di risposta. Cosa direbbe a chi, non conoscendola, le chiedesse della protagonista per eccellenza si Puntaspilli e abiti di carta: Berenice Cecioni… Bice.

Ernest- «Oh Signore… avrei preferito rispondere a una domanda su Lucifero! Scherzo, vi prego di credermi. Berenice è una donna in gamba, insolita ma al contempo sorprendente. Non me la sento di svelarvi molto sul suo conto ma una cosa debbo dirla: Berenice è un “presente”. Rappresenta il tempo e il dono, uno di quei regali inaspettati capaci di farti cambiare idea o anche solo di insinuarti un dubbio. Dubbio senza il quale, per colpa delle false convinzioni, rischieremmo di morire tutti vittime della nostra presuntuosa ignoranza. Adoro Bice ma lei rifiuta la mia corte… (ironizza).»

Emma- «Progetti per il futuro?»

Ernest- «Ragazza mia… i giovani cavalcano progetti, gli anziani, come me, trascrivono memorandum dall’agenda al post-it, giorno per giorno. Ho qualche proposta al vaglio, vedremo… »

Emma- «Un ultima domanda per concludere. Ci dica la verità, c’è del tenero tra lei e Meredith, abbiamo avuto modo di “leggervi” molto vicini in particolari occasioni.

Ernest- «(Ridacchia) Sono un gentleman… La Signora Meredith è una vera primadonna, elegante e all’altezza del suo “ruolo”. Credo abbia delle bellissime gambe e un gran gusto in fatto di gioielli, ma… di più non chiedetemi.»

Emma- «Ringraziamo Ernest per il tempo trascorso in nostra compagnia e per raffinatezza delle sue risposte. Grazie infinite per aver accettato di parlare con noi.»

Ernest- «Grazie a voi per avermi concesso la possibilità di farlo… Ah comprate il libro, e tutto ciò che non ho detto in questa sede lo scoprirete per bocca di altri. Perdonate: il mio lavoro è promuovere, non resisto! (Ride, aggiustandosi il foulard attorno al collo)»

Emma- «Ancora una volta grazie a Palmer, e la direzione di Villa Savoia che ci ha concesso di incontrare i nostri graditissimi ospiti. Grazie per la vostra attenzione e alla prossima. Buon proseguimento.»

A proposito di...

Carlotta Stelter

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NOME: CARLOTTA

COGNOME: STELTER

PROFESSIONE: VIOLONCELLISTA

RESIDENZA: VILLA MARGHERITA DI SAVOIA

ULTIMA ATTIVITÀ: COPROTAGONISTA IN “PUNTASPILLI E ABITI DI CARTA”

Giorgio - «Benvenuti al terzo appuntamento con “Origami”.

Vi ricordiamo che Incipit Group incontra, in occasione dell’imminente uscita del libro “Puntaspilli e abiti di carta”, i protagonisti nati dalla penna di Patrizia Vittoria Rossi e ospiti di “Villa Margherita di Savoia”.

Quest’oggi abbiamo il piacere di ospitare Carlotta Stelter, violoncellista e grande concertista mondiale.

Giorgio: «Signora Stelter è davvero un onore averla qui, oggi…»

Carlotta: «È strano non avrei mai creduto di avere una carriera così lunga. E mai avrei pensato che, alla mia età, qualcuno avrebbe avuto voglia di sentirmi parlare. Grazie per il vostro invito, sono io a esserne onorata. Mi scuserete se non saprò essere all’altezza della situazione, del resto la mia vita non ha poi molti risvolti interessanti se non quelli che si traducono in note.»

Giorgio: «Già, la musica… La musica le deve molto…»

Carlotta: «Sono io a doverle molto. La musica mi ha dato tanto, tutto. Ancora oggi, se non avessi la possibilità di esibirmi, per gli amici o anche solo per gli estimatori, sentirei di non avere uno scopo. Non è bello alla mia età percepirsi “silenziosi”.»

Giorgio: «Un’artista del suo calibro ha dato molto alla musica e al mondo. Come racconterebbe, a chi non la conoscesse, la sua esperienza di violoncellista?»

Carlotta: «Il termine “musicante” a seconda delle interpretazioni, viene spesso ricondotto a colui che prova a suonare uno strumento ma con scarsi risultati; non è il mio caso, e non perché sia io a dirlo. Ciò nonostante, io mi sento e mi sono sentita sempre una “musicante”. La musica è nel mio DNA e come tale mi compone. Vivo da musicante… non saprei fare altro, non potrei disconoscere la mia natura. Presto da anni le mie mani all’archetto solo perché possa tradurre ciò che pulsa dentro di me.»

Giorgio: «Lei ci incanta, Signora Stelter…»

Carlotta: «Signorina, prego. Oh ragazzo non esageriamo… sono altre le cose che incantano. Ciascuno ha il dovere di trovare la sua. Per me è la musica e qualche ritaglio di giornale che mi dipinge come una vecchia gloria. Ah… la gloria che stupido inganno, così come la vecchiaia.»

Giorgio: «Posso chiederle il senso di questa affermazione?»

Carlotta: «È semplice, corriamo dietro a traguardi, successi, qualche volta anche adulazioni, pur di sentirci utili, vivi e apprezzati. Per una vita ci percepiamo esattamente per ciò che appariamo. Non è così. Siamo e siamo sempre, a prescindere. Ho detto che la vecchiaia è un inganno semplicemente perché credo che non siano gli anni a fare di noi ciò che siamo.»

Giorgio: «Ha ragione. Le siamo grati per tanta sincerità. Vorrei farle una domanda che tutti, al posto mio, in questo momento, le farebbero… sempre che abbia desiderio di rispondere. Cosa può dirci di Berenice, la sarta?»

Carlotta: «Bice? Bice è un’amica, un'ottima sarta e… no, non intendo influenzare nessuno. Avrei così tanto da dire sul suo conto… Bice è ciò che ciascuno di voi, tra quelli che leggeranno, sentirà per lei. Bice è una straordinaria casualità che la vita ha voluto regalarmi… e non solo a me.»

Giorgio: «Un serendipity?»

Carlotta: «Già, proprio così. Vi auguro la stessa meravigliosa esperienza. Guardatevi attorno e non date mai nulla per scontato.»

Giorgio: «Grazie, Carlotta. Grazie per averci mostrato, di lei, un lato mai visto prima.»

Carlotta: «Merito di Bice… ma non aggiungerò altro. Grazie a voi.»

Giorgio: «Concludiamo il nostro terzo incontro che ha visto protagonista Carlotta Stelter e la sua palpabile tenerezza. Grazie per essere stati con noi. A presto».

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